Deforestazione e desertificazione avanzano, e Bolsonaro festeggia.
Ormai la siccità è condizione pressoché naturale in vaste zone del pianeta, tra cui quasi tutto l’Ovest statunitense, in particolare la California, vaste aree dell’Africa, parte del Sudamerica e buona parte del Mediterraneo. Nonostante ciò, di acqua si parla ben poco, mentre tutti parlano di gas e combustibili fossili. Bisogni e stupidaggini legati all’auto sono più redditizi della sete degli umani.
Il nocciolo del problema è semplice: le sempre più allarmanti e lunghe stagioni di siccità provocano e sono provocate dalla desertificazione di estese zone del pianeta.
Questo processo di desertificazione ha diverse cause: moltiplicazione della produzione industriale, urbanizzazione generalizzata, trasformazione dell’acqua in merce altamente redditizia. Ma la ragione principale si ritrova nello stesso metabolismo naturale: la deforestazione dei boschi e sistemi ecologici che garantiscono il ciclo dell’acqua.
A sua volta, questo veloce processo di deforestazione ha una causa principale: la trasformazione delle principali regioni agricole in zone dedite alla coltivazione e produzione di foraggio destinato all’alimentazione di maiali, polli, mucche, pecore e pollami da massacrare sull’altare dell’attuale delirio alimentare.
Tutti sanno, o dovrebbero sapere, che la produzione di un hamburger o la nutrizione di un pollo richiedono 3.000 litri d’acqua.
Moltiplicare per miliardi ogni anno.
Il massacro degli animali serve anche a consolidare la logica della valorizzazione del capitale nelle nostre abitudini e nei nostri corpi.
L’animale consumato diventa uno dei principali anelli nascosti della catena che contribuisce a provocare la crisi dell’acqua.
Detto altrimenti:
Non è il cambiamento climatico a produrre la scarsità d’acqua.
È la scarsità d’acqua, causa deforestazione, ad accelerare il cambiamento climatico.
Nel dicembre 2021, il Presidente del Brasile Bolsonaro ha festeggiato in diretta TV:
“Il mio governo ha ridotto dell’80% le infrazioni comminate a coloro che attentano contro l’ambiente. […] Ho rispettato il mio impegno elettorale e liquidato l’industria della multa”.
Senza dubbio ha dato un efficace contributo all’aumento brutale dello sfruttamento minerario illegale nella regione amazzonica e nelle aree contigue.
Il primo risultato è stato l’aumento dell’inquinamento da mercurio delle acque e dei pesci consumati dagli abitanti dei villaggi della regione.
Ma Bolsonaro non si limita a trasformare in fosforescenti pesci e persone: nel 2021 la devastazione della regione amazzonica è aumentata del 29%si base annua.
Si sa già che è ancora aumentata e si prevede che continuerà ad aumentare durante tutto quest’anno.
In Brasile ad ottobre si vota, e l’impunità gli garantisce l’appoggio di parte significativa dei latifondisti, dei minatori illegali e degli invasori delle terre appartenenti allo Stato e/o alle aree destinate legalmente alle riserve indigene.
Risalta in questi giorni buona parte della stampa italiana: “Vargas Llosa appoggia Bolsonaro”.
Si capisce.
La Fiat e altri proprietari/editori vendono da anni acqua in bottiglie e partecipano alla rapina universale delle terre e delle fonti d’acqua delle popolazioni impoverite.
Presto, si può presumere, lor signori inizieranno a vendere ossigeno in comode e civettuole caraffe prêt-à-porter.