Cile la posta in gioco
Oggi il Cile vota.
E’ il primo turno delle elezioni presidenziali (l’eventuale ballottaggio sarà il 19 dicembre), dei deputati, di 27 dei 50 senatori e dei 302 componenti dei sedici consigli regionali.
Hanno diritto a voto quasi 15 milioni di persone, di cui 380mila stranieri residenti e quasi 60mila cileni residenti in 65 Stati diversi.
La scelta è tra due progetti di Paese.
Il primo, parente della esplosione sociale iniziata nell’ottobre 2019, cerca una via di fuga dal regime neoliberista e iperaffaristico consacrato dalla Costituzione pinochetista promulgata nel 1980.
Contro questo regime, che ha partorito una società caratterizzata dalla quasi inesistenza di diritti sociali garantiti, i governi democratici susseguitisi a partire dal 1990 hanno fatto poco o nulla.
Il secondo rappresenta la continuità del vecchiume e la restaurazione del conservatorismo e fondamentalismo religioso espressi da un candidato negazionista che minimizza i crimini di lesa umanità commessi dal pinochetismo.
La scelta è chiara: o un progetto politico centrato nel processo costituente che rappresenta la vera scommessa progressista, capace di articolare e dare risposte alle aspettative popolari di breve scadenza, o un progetto ancora più reazionario di quello degli ultimi 30 anni che, per restaurare lo status quo e l’ordine porrà ogni tipo di ostacoli al lavoro della costituente stessa.
Detto diversamente, la scelta è tra un governo che faciliti il processo di trasformazione o un altro che cerchi di renderlo impossibile.
Non si tratta solo di eleggere il meno peggio ma confondere il nuovo governo con la trasformazione realizzata, è puro cretinismo parlamentare.
Le inchieste dicono che la destra cavernicola può vincere.
Per l’astronomo José Maza, Premio nazionale delle Scienze 2019, “saremmo i faraoni dei pirla se scegliamo per votazione popolare un tipo come Kast (il candidato della estrema destra). Se lo eleggono col fucile in mano va bene ma se avviene per votazione popolare, mi arrendo. Significherebbe che i cervelli sono scollegati”.
Da non scienziato, mi auguro che il premio vada assegnato altrove. I candidati non mancano.
“Uno busca lleno de esperanzas el camino que los sueños prometieron a sus ansias” (Uno cerca pieno di speranze la strada che i sogni hanno promesso alle sue ansie, Enrique Santos Discepoli, “Uno”, 1943).