La guerra dei mondi
Prima corrispondenza dal nostro inviato sul fronte orientale
Le orde attaccano simultaneamente lungo un fronte di 400 chilometri.
Portano strane armi di distruzione di massa.
Alcune somigliano ad una cesoia, altre ad una baionetta, alcune ad una scala, un martello, un piccone, un punteruolo…
Gli alieni sono variegati.
Quasi tutti sono bipedi, ma ci sono alcuni tripodi, con una terza gamba che somiglia ad un bastone e diversi quadrupedi che si muovono come gatti disabili strisciando sulla neve.
Secondo i noti scienziati di Treblinka, certamente provengono da un pianeta boscoso e freddo, perché si mimetizzano nei boschi, non sembrano sentire il freddo e mangiano bacche deglutendole come se avessero fame.
Gli alieni più alti portano barbe, quelli medi hanno protuberanze che da lontano sembrano seni e quelli più subdoli e piccolini, senza barbe né protuberanze, ci aggrediscono facendo finta di giocare.
Posso garantire che si tratta effettivamente del maggiore attacco a memoria d’uomo contro il centro della civiltà occidentale, democratica e cristiana.
Per ora i nostri li fronteggiano con appena 20mila soldati e truppe a cavallo che ricordano la mitica cavalleria polacca che fu.
Si attende con ansia l’arrivo dei panzer.
In attesa dei rinforzi promessi dalla NATO e dei mattoni ursula necessari alla costruzione dell’aggognato muro elettrificato con energia eolica, l’esito dello scontro appare incerto.
A Varsavia notizie non confermate ma provvenenti da fonti attendibili, assicurano che il nuovo muro – si chiamerà Erasmo de Cestakowa – sarà inaugurato dai Floyd Pink con un’opera del titolo The Llaw.
Fin qui per oggi il vostro eroico inviato.
Sotto stato colpito da una pallonata speditami direttamente in testa da un alieno subdolo.
Spero che il proiettile a forma di pallone non contenga virus particolari.