Eredità e talento
Giovanni è un uomo fortunato: ha ereditato dal babbo il talento per gli affari.
Grazie a questa eredità ha sempre garantito – anche alla sua famiglia – un letto sotto un tetto, un tozzo di pane e, qualche volta, persino il companatico.
Juan è un uomo fortunato perché, vivendo nel tempo della democrazia neoliberista, gode dell’uguaglianza nei confronti della legge.
La legge vieta – al ricco e al povero – di dormire sotto i ponti, mendicare per strada e rubare il pane.
Naturalmente, Ivan celebra degnamente questo schema partecipando alle elezioni con lo stesso impegno con cui discute con gli amici se la “Corona” va bevuta col sale e la fetta di limone, o con la moglie su quale sia il migliore detersivo per lavare i panni.
Ultimamente propende per quello che ha più “power”.
Jean ha molti meriti.
Non si è mai vantato della sua abilità, ma moglie e figli sanno che rialza la testa e gli ridono gli occhi quando racconta che, fin da quando aveva cinque anni, è riuscito a vendere di tutto: gomme da masticare (“chicle”), “chupa chups” da leccare, limoni, gelatine, caramelle e mentine, fazzoletti, giocattoli cinesi, pannolini, scarpe, grasso per scarpe, rose recise non troppo appassite, bottigliette d’acqua, accendini…
Ma ora moglie e figli sono preoccupati.
La famiglia continua a dormire sottotetto e morde ancora quotidianamente qualche panino, ma sulle strade la concorrenza si è talmente moltiplicata ed i clienti talmente rarefatti che John ha iniziato a vendere anche il suo sangue.
E loro sanno che il nonno di Yannick, piccolo e smilzo, non dovrebbe aver avuto troppo sangue da lasciargli in eredità.