A 10 giorni del plebiscito cileno
Chi non conosce, o non ricorda la propia storia, è condannato a ripeterla.
“Du passé faisons table rase” (del passato non ci facciamo nulla, mia trad. libera), recita il testo originale de “L’Internationale” che, essendo di tutti, non è di nessuno, nemmeno di un partito.
Di tutti, come l’aria, come il vento e come il mare.
Passato inteso come storia di oppresione o come valle di lacrime.
Da superare, non da dimenticare.
Tra pochi giorni, il 4 settembre, i cileni potranno mandare alla discarica dei rifiuti la costituzione pinochetista.
Non è un’analisi ma è, per ora, un augurio.
Per i pochi che non lo sanno
- il palazzo incendiato è la Moneda, sede della presidenza del Cile
- la guerra era stata dichiarata dalle forze armate ad una popolazione disarmata, quella stessa mattina
- il golpe era stato organizzato e finanziato da Washington
- la maggior parte delle riprese sono del 11 settembre 1973
- parla Salvador Allende
- la canzone “Yo pisaré las calles nuevamente” (Io tornerò a calpestare le tue strade, mia trad. libera), è del cubano Pablo Milanés.
“Insieme a chi fece molto e a chi fece poco”.
Perché Siamo stati, Siamo e Saremmo