Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei
Cosa caratterizza uno “statista dell’anno?
I risultati economici ottenuti?
Il consenso politico della sua popolazione?
L’applauso dei governi amici?
La fedeltà alla NATO e all’atlantismo (o a qualsiasi alleanza militare)?
I suoi indiscussi contributi in qualche campo scientifico?
Non è una discussione astratta, ma coinvolgendo l’attuale capo del governo italiano non credo che a 5 giorni del voto si possa discuterne con un minimo di obiettività.
Limitiamoci al fatto:
Il 19 settembre 2022 Mario Draghi è stato premiato come “World Statesman Award 2022” (Statista dell’anno 2022), dalla Appeal of Conscience Foundation a New York.
Cos’è l”Appeal of Coscience Foundation?
Leggo su Wikipedia (inglese): “Fondata dal rabbino Arthur Schneier nel 1965, l’Appeal of Conscience Foundation è una partnership interreligiosa di leader corporativi e spirituali di tutte le fedi che si uniscono per promuovere “pace, tolleranza e risoluzione dei conflitti etnici”.
Quindi, il premio come “Statista dell’anno”, attribuito a Draghi da un’associazione religiosa di leader corporativi e spirituali, si deve alla sua capacità di “promuovere pace, tolleranza e risoluzione dei conflitti etnici”.
Non faccio commenti su queste presunte capacità di Draghi, capacità di cui in Italia ognuno dovrebbe essersi fatto un’idea.
Ma devo dire che – esistenti o meno – queste qualità hanno poco o nulla a che fare con le presunte o reali capacità di governo.
Per usare una metafora per me più che amichevole, potrei dire che sono le qualità richieste a Desmond Tutù – l’arcivescovo anglicano sudafricano recentemente scomparso – ma non quelle che sono state necessarie a Nelson Mandela per governare il suo paese.
Tutti e due erano persone straordinarie.
Ma a Tutù non è mai passato per la testa di fare lo statista.
Durante la cerimonia, Mario Draghi si è così rivolto ad Henry Kissinger:
“Devo dire che sono davvero commosso dal fatto che ti sei preso il tempo di venire qui in questa occasione e dire quello che hai detto.
Ma solo il fatto che tu sia qui stasera è un dono, un regalo enorme per me. Grazie”.
Henry Kissinger è certamente una persona intelligente ma, cosa più importante, Henry Kissinger è un assassino seriale, probabilmente il maggiore assassino seriale del secondo dopoguerra.
Ciò consta negli stessi documenti desegretati qualche anno fa dall’ amministrazione statunitense.
Forse, allora, non è stata solo una strana associazione di idee a farmi ricordare questo proverbio: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.