A 10 giorni dal plebiscito – II
Vamos Chile, carajo!
Il golpe cileno del 11 settembre 1973, inspirato ed eterodiretto dalla coppia Nixon-Kissinger, scatenò proteste in tutto il mondo.
I primi a reazionare in modo consistente furono gli argentini, che protestarono in ogni piazza e in ogni strada per mesi.
Nel settembre 1973, a Buenos Aires, si tenne un funerale civico di Salvador Allende, un atto simbolico condiviso da un’enorme folla.
Per quell’occasione, il cantautore Gian Franco Pagliaro mise musica agli slogan urlati nelle manifestazioni, cilene e argentine, e li interpretò assieme al gruppo Folk 4.
Poi, ne fecero un disco i cui proventi furono consegnati alla Resistenza cilena attraverso la “Comisión de ayuda a Chile” (COMACHI).
Il 24 marzo 1976 arrivava il turno dei fratelli argentini, divorati – quasi letteralmente – dai loro impeccabili vampiri in divisa non di rado assistiti da altri vampiri con la tonaca (come l’ex cardinale di Faenza Pio Laghi, un “miserabile superlativo”).
In men che canta un gallo, i vampiri si prendevano quasi tutti i popoli dell’area.
La piaga era prodotto diretto della nuova religione reaganiana, il neoliberismo, imposta a sangue e fuoco in quelle “lande lontane dello spirito hegeliano”.
Per quanto potrebbe sembrare incredibile ad un marziano, da queste parti sussistono ancora molti celebranti del vampirismo, spesso accomunati da un glorioso passato nel FMI, che in questa storia – come in quella più recente della Grecia – ha avuto il ruolo di Santa Sanctorum.
Per maggiori approfondimenti si potrebbe chiedere notizie al “senatorando” Carlo Cottarelli. Presumo ricordi bene quei, per la sua setta, formidabili anni.
Da parte mia, quando penso a ciò che oggi sono (o penso di essere) mi dico che, pur essendo cresciuto nella patria dei pinguini, la mia terra natia comincia subito al sud del Rio Bravo e finisce sul Canal del Beagle perché, con gli orientales (uruguaiani), i charros (messicani), i ticos (costarricensi), i nicas ed i guanacos (salvadoregni), condivido il cielo, la luna, i ricordi ed i sogni.
Cielo, sogni, oceani e foche sbarcano tutti in quel momento quando, volenti o nolenti, ho/abbiamo dovuto scoprirli.
Quasi cinque anni dopo l’inizio della strage dei cileni e due anni dopo l’inizio dei “voli della morte” per gli argentini, il 21 maggio 1978 venivano sequestrati a General Hornos, Buenos Aires, Daniel Bidón Channal, integrante dei Folk 4, sua moglie Rita Verónica Eroles, il suo cognato e la fidanzata del suo cognato.
A quei tempi suonare, cantare, mangiare, nascere, esistere …, erano attività sovversive per i signor generali e per i loro capellani.
Daniel, Verónica ed i due fidanzatini sono ufficialmente scomparsi da oltre 44 anni.
Di loro resta solo un fascicolo presso la “Base de datos de consulta pública”, il registro dei desaparecidos.
Questi ricordi mi hanno invaso ascoltando la versione di “Canción para Chile”, in famiglia “Vamos Chile, carajo”, interpretata dal gruppo cileno “Amerindios”.
Li ho interpretati, i ricordi, come un buon augurio.
Tra 10 giorni i cileni democratici vinceranno.
E tra 11 giorni dovranno prepararsi per difendere la loro vittoria.
Per fortuna, Reagan, Pinochet e altri criminali non ci sono più.
Per sfortuna, ci sono numerosi e molto indegni candidati a succederli.