All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è tempo di spericolata irresponsabilità

All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è tempo di spericolata irresponsabilità

Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, ha aperto i lavori avvertendo:

Siamo sull’orlo dell’abisso e procediamo nel senso sbagliato.

Siamo davanti alla maggiore confluenza di crisi delle nostre vite: il cambiamento climatico, la pandemia, le minacce alla pace e ai diritti umani.

Per farvi fronte è urgente un nuovo contratto sociale che punti a superare sei fratture fondamentali:

Quella della pace tra gli Stati e all’interno degli Stati, quella del clima, quella tra poveri e ricchi, quella di genere, quella della fiducia tra governanti e governati, quella generazionale.

Tra le mie cattive abitudini, c’è quella di ascoltare i TG serali.

L’altra sera, 22 de settembre 2021, tutti i TG hanno avuto come titolo di testa “la nuova era della diplomazia” annunciata da Joe Biden all’Assemblea generale dell’ONU.

Nuova era che, come dimostrano persino le frizioni tra gli USA ed i loro perennemente timidi alleati della NATO, consiste nell’ennesima riedizione dell’intransigenza imperiale statunitense.

I dati che provano la profondità di ognuna di delle fratture vitate da Guterres sono enormi e difficilmente discutibili.

Faccio riferimento soltanto a due di loro:

  • l’abisso tra ricchi e poveri è di tale portata che, mentre i multimiliardari fanno turismo spaziale – con un altissimo costo ambientale – oltre 800 milioni di persone convivono quotidianamente con la fame;
  • la frattura generazionale è tale, che il 60% dei giovani del mondo si sentono traditi da coloro che affermano di rappresentarli.

Ma, penso, la più politicamente inaccettabile tra queste disuguaglianze sia quella che si potrebbe risolvere più facilmente con un minimo di volontà, di senso comune e di etica.

Mi riferisco a quella che segna le possibilità di sopravivenza dei terricoli confrontati al Covid-19 in base alla loro ricchezza personale e a quella del Paese dove vivono.

Guterres, che ovviamente non è un estremista, ha definito “osceno, un’accusa morale sullo stato del nostro mondo”, il fatto che una maggioranza più ricca sia ormai vaccinata – e, aggiungo io, stia già ricevendo la terza dose del vaccino quando non esiste neppure una verifica scientifica della sua utilità – mentre oltre il 90% della popolazione africana continua ad attendere la sua prima dose.

Il segretario generale dell’ONU ha usato l’espressione “perdita di senso della civiltà” per definire il fatto che l’umanità si arrovella in una catastrofe ambientale irreversibile mentre si asfissia in una pandemia per la quale non c’è nemmeno una ipotesi temporale di risoluzione.

La causa ultima di questa perdita di senso è la scomparsa della solidarietà.

Guterres esagera? Non mi pare. Anche perché, a proposito di abissi, di asservimento, di autocensura, di ignoranza, secondo alcuni TG l’Assemblea generale dell’ONU è aperta dall’intervento del presidente degli Stati Uniti e nessuno dei TG nazionali ha fatto riferimento all’intervento di Guterres.

Eppure, ad occhio, dovrebbe essere più importante delle paturnie del responsabile della Farnesina, della pettinatura di Boris Johnson o di un’ipotetica telefonata tra Biden e Macron.

Nel 1989,quando il Paese sprofondava nel terrorismo, Ghazi Hidouci, Ministro d’economia algerino dichiarò: “L’anno scorso eravamo sull’orlo del baratro; quest’anno abbiamo fatto un gran passo in avanti”.

Appunto!

Rodrigo Andrea Rivas

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