Buon compleanno Manifesto (1)
Il 21 febbraio 1848 si pubblicava la prima edizione del “Manifesto del Partito Comunista”, di Karl Marx e Friedrich Engels
La sua critica alla società ed il suo programma di azione hanno segnato il XX secolo. Oggi inizio a pubblicare alcune riflessioni che proseguirò nei prossimi giorni
“Le idee degli economisti e dei filosofi politici, quelle giuste e quelle sbagliate,
John Maynard Keynes[1]
sono più potenti di quanto comunemente si ritenga.
In realtà il mondo è governato da poche cose al di fuori di quelle.
Gli uomini della pratica, i quali si ritengono liberi da ogni influenza intellettuale,
sono spesso schiavi di qualche economista defunto.
Pazzi al potere, odono voci nell’aria,
distillano le loro frenesie da qualche scribacchino accademico di pochi anni addietro.”
Piccole reminiscenze scolastiche
“Sul finire degli anni Quaranta ha inizio una fase molto importante della storia moderna ricordata ancora oggi come una serie di rivolte e disordini. Conosciuta come Primavera dei popoli o Rivoluzione del ‘48, trova le sue radici in una serie di conflitti sociali, economici, istituzionali e politici generatisi durante la restaurazione e usciti allo scoperto durante gli anni Trenta. La rivoluzione coinvolse la maggior parte dell’Europa (restarono escluse solo la Russia e la Gran Bretagna) ed è ancora oggi simbolo di uno stravolgimento improvviso e radicale.”[2]
“Le rivoluzioni del 1848 cancellarono completamente nel senso comune europeo il concetto di Restaurazione, il portato della rivoluzione francese fu rivisitato e riassunto sotto nuove forme (specificatamente nazionali), i movimenti meno radicali (in particolare quelli liberali e monarchico-costituzionali, ma anche quelli nazionalisti), furono quelli che ne trassero maggior giovamento, riuscendo nei successivi 60 anni ad imporre o ad ottenere costituzioni e parlamenti in tutte le nazioni europee, mettendo i monarchi sotto controllo e rendendo difficile, per non dire impossibile, la monarchia assoluta, ristabilendo il principio dell’uguaglianza formale davanti alla legge e diffondendo la libertà di stampa e di pensiero, oltre alla possibilità di creare un’opinione pubblica incisiva sull’azione del governo. Alcune delle idee quadro del ’48 divennero dunque egemoniche nella società e nella cultura europea, soprattutto in Europa occidentale e settentrionale. I gruppi più radicali (democratici, progressisti, anarchici, socialisti, comunisti, neo-giacobini, mazziniani, democratico-federalisti di Cattaneo, populisti russi, ecc.), nati sovente a ridosso del 1848, furono quelli maggiormente repressi, sia fisicamente (carcere, esilio, fucilazioni, confino, deportazioni), sia perché contro di loro si accanì il controllo poliziesco dei successivi anni, con una repressione alimentata dal timore di una nuova sollevazione, che coinvolse tutti gli stati europei eccetto Svizzera e Gran Bretagna (divenute per questo meta d’esilio di molti perseguitati politici). Contro di loro funzionò a lungo la censura, rendendo la penetrazione delle loro idee più lenta, ma comunque notevole, soprattutto in Francia, come si vide nel 1870.”[3]
“La Comune di Parigi è il governo socialista che diresse Parigi dal 18 marzo al 28 maggio 1871.
A seguito delle sconfitte militari sofferte dalla Francia nella guerra franco-prussiana contro la Prussia, il 4 settembre 1870 la popolazione di Parigi impose la proclamazione della Repubblica e chiese riforme sociali e la prosecuzione della guerra.
Il governo provvisorio deluse le sue aspettative. L’Assemblea nazionale, eletta l’8 febbraio 1871, impose la pace e minacciò il ritorno della monarchia.
Quindi, il 18 marzo 1871 Parigi insorse cacciando il governo Thiers che aveva tentato di disarmare la città.
Il 26 marzo elesse direttamente il governo cittadino, sopprimendo l’istituto parlamentare.
La Comune, che adottò a proprio simbolo la bandiera rossa, eliminò l’esercito permanente e armò i cittadini, stabilì l’istruzione laica e gratuita, rese elettivi e revocabili i magistrati e tutti i funzionari, retribuì i funzionari pubblici e i membri del Consiglio della Comune con salari prossimi a quelli operai, favorì le associazioni dei lavoratori ed iniziò l’epurazione degli oppositori, tra cui i rappresentanti religiosi.”[4]
[1] John Maynard Keynes, “The General Theory of Employment, Interest and Money”, MacMillan, Londra 1936. Tr. it. “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta”, UTET, Torino 2006.
[2] Atavist.com, “I moti rivoluzionari del 1848”, https://moti48eunitaditalia.atavist.com/
[3] Wikipedia, “Primavera dei popoli”.
[4] William Serman, “La Commune de Paris”, Fayard, Paris 1986. Sulla “Comuna di Parigi” esiste un’ampia bibliografia. In questo contesto vedere Karl Marx, “La guerra civile in Francia”, 1871, https://www.ibs.it/guerra-civile-in-francia-forma-libro-karl-marx/e/9788886176675#:~:text=”La%20guerra%20civile%20in%20Francia”%20è%20uno%20dei,sono%20precedenti%20alla%20Comune,%20il%20terzo%20è%20successivo.