Rompiamo il silenzio sull’Africa

Rompiamo il silenzio sull’Africa

Appello di padre Alex Zanotelli ai giornalisti italiani (AZ, missionario comboniano, direttore della rivista “Mosaico di Pace”), pubblicato alcuni anni fa e rilanciato pochi giorni fa.

Da credente, Alex scrive ai giornalisti.
Io credo sia inutile farlo. In genere, i giornalisti obbediscono agli editori e al vento. E hanno famiglia.

Da non credente, penso invece che sia importante pubblicare il suo appello per le informazioni che ci offre.

Temo che, oltre ai giornalisti, Alex non smuoverà nemmeno uno dei crociati della millenaria campagna di esterminio dei diversi (qualunque sia la diversità).

Non è solo ignoranza. È anche viltà.
Basta osservare il loro emerito capitano. E guardare come i crociati seguono, con la stupida ostinazione degli imbecilli, il loro emerito capo.

Viceversa, magari l’apello può servire a qualcuno tra coloro – e non sembrano pochi – che sentendo di vivere nella peggiore realtà possibile, confondono Roma con Sanaa, Firenze con il Cairo, il teatrino con la realtà è le tigelle con le ruote da carro.

Alla fine del suo appello, adoperando toni alla Fanon, Alex afferma che “nessuno fermerà i disperati della storia”.
Condivido, ma preferisco adoperare il più classico “nessuno fermerà i poveri del mondo”.
Nessuno, salvo l’estinzione a cui ci conducono acceleratamente padroni, bulli, facistoni ed emeriti.
Per i dubbi, guardare termometro, notizie su Stromboli, Ucraina, mare della Cina …
Senza dimenticare Bolsonaro.

Il problema è quando e come i poveri – non di spirito – irromperanno nella storia.
Una volta, a questo riguardo amavo fare delle supposizioni, magari adoperando dati su flussi e riflussi.
Ora, perché reputo flussi e maree inutili alla bisogna, penso sia meglio, comunque più gentile e confortante, vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo di questa parentesi storica e l’irruzione dovesse avvenire domani mattina.

Ciò mi serve anche come antidoto per cercare di non slittare verso qualche forma troppo accentuata di “emeritismo”, un rischio sempre presente che l’età – indurendo le arterie e diminuendo difese e vergogne – aumenta.
A scanso di equivoci: so bene che pure il proclamato antidoto può essere inefficace.
Basta guardare la TV.

Infine, raccomando di leggere Alex per trattare discopatie e miopie.

Appello di Alex Zanotelli
«Rompiamo il silenzio sull’Africa.

Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il mondo del resto.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale.

So che i mass-media , purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa.

Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.

È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.

È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.

È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.

È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.

È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.

È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.

È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.

È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.

È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.

È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.

È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.

Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.

Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact , contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.

Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.

Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico- finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.

E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).

Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alla grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?

Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.

Rodrigo Andrea Rivas

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