Salari minimi e patrimoniale nell’Antipode
Si ricorderà che, poco tempo fa, si è parlato un gran bene del governo neozelandese elogiando il pragmatismo di un governo presieduto da una donna, Jacinta Ardern, composto all’insegna della diversità: tante donne, vicepremier gay e ministra degli Esteri Maori.
Per frenare la pandemia, a marzo la Nuova Zelanda ha chiuso le sue frontiere e messo in atto uno dei confinamenti (lockdown in italiano) più duri al mondo.
Tra i cinque milioni di abitanti della Nuova Zelanda c’erano allora 50 persone contagiate. Oggi ci sono 2.141 contagi e 26 morti per Covid-19.
Sabato 27 marzo 2021, in seguito alla comparsa di un nuovo caso di coronavirus (un caso, non un focolaio), la prima ministra ha ordinato che Auckland, la maggiore città del Paese, ritorni al confinamento (lockdown per chi conosce solo l’italiano).
Il resto del Paese resta comunque sottoposto a restrizioni, tipo la limitazione ad un massimo di 100 persone per qualsiasi tipo d’incontro e l’obbligo di usare mascherine nei trasporti pubblici.
Di certo, gli intrepidi e indipendentissimi giornalisti italiani racconteranno con lusso di dettagli le nuove due misure del governo neozelandese entrate in vigore dal primo aprile 2021: l’aumento del salario minimo e l’aumento delle tasse ai più ricchi.
Presentando queste due misure, Jacinta Ardern ha detto che erano necessarie per combattere le disuguaglianze e per rimettere in moto l’economia neozelandese colpita, come tutte, dal virus.
La prima ministra ha precisato: “Rappresentano miglioramenti reali e largamente attesi per appoggiare i nostri concittadini più vulnerabili”.
Il nuovo salario minimo, che beneficia 175mila lavoratori e oltre 200mila persone che percepiscono indennità per disoccupazione, passa da 18,90 a 20 dollari neozelandesi l’ora (11,20 euro al cambio del primo aprile 2021).
La variazione delle aliquote aumenta la tassazione massima dal 33% al 39% per i redditi delle persone che guadagnano oltre 180mila dollari neozelandesi (100.800 euro) annui. La misura dovrebbe applicarsi sul 2% dei contribuenti.
Dicono – confondendo l’Europa con il mondo secondo i canoni colonialistici in auge all’epoca delle parrucche e dei nei disegnati sulle guance degli aristocratici – che non c’è differenza tra destra e sinistra.
Ergo, la laburista Ardern equivale ad una Gelmini qualsiasi.
Pur se dell’Antipode si tratta, mi pare adeguato applicare una massima di Totò: “Signori si nasce, stronzi pure”.