Trotolino amoroso ad Amman
Lettera alla mamma del 10 gennaio 2010
Lettura domenicale proposta dalla piattaforma Rousseau
“Sai mamma, sto Ammam è grande, persino più di Fuorigrotta.
Fa caldo ma, grazie alle polo col coccodrillo che mi hanno portato i Magi, sto benone.
Purtroppo qua si parla una lingua strana. Credo si chiami ammanitano.
È persino più complicata dello spagnolo del nostro “Che dei poveri”, dotto analista di fatti centroamericani, pur se ricordo che pure lui confessava di averci capito poco.
In TV, memore dell’intervista in inglese del coso fiorentino, ho urlato pure io “Disis uno shock”.
Commossa, all’intervistatrice è caduto il velo.
È stato un trionfo memorabile.
Sono certo che i beduini (feudatari locali) se la ricorderanno a lungo.
Memore degli insegnamenti di Indiana Jones dopo essermi messo il Borsellino marrone, impugnando la frusta ho chiesto con aria tra il malinconico ed il trasognante:
“Guear is Petra”. “End guear is de Santo Graal?”
Mo, erano impressionati.
Mi porteranno presto a farci un giro a cavallo.
Memore degli insegnamenti del mio amico Michelino Pompino, purtroppo imbrogliato dagli amici dei cinesi, mi sono dichiarato felice dell’accordo tra i paesi del golfo ed Israele.
Sai che mi sono sempre piaciute Capri ed Ischia. Procida dici? Pure Procida, cedri compresi.
Per ora non ho altro da raccontarti ma puoi rassicurare le tue amiche:
Abbiamo inaugurato un dialogo solido, in grado di dare ali al dialogo ammaniano-europeo, capace di produrre un solido trattato d’amicizia.
Insomma, sono conscio del fatto che, oltre a girare il mondo, sto offrendo un contributo decisivo alla imperitura creazione delle basi adatte alla solida architettura di un disteso futuro di pace e prosperità.
P.S.: non so bene cosa significa la parola imperitura ma Giuseppi ha insistito a dettarmela”.