🇪🇺🇸🇳 Mafia comunitaria ed immigrazione L’Unione Europea ha rinnovato l’accordo di partenariato con il Senegal

🇪🇺🇸🇳 Mafia comunitaria ed immigrazione L’Unione Europea ha rinnovato l’accordo di partenariato con il Senegal

Presumo che qualcuno osserverà che il termine mafia male si coniuga con l’aggettivo comunitaria ma, potresti indicarmi con quale altro appellativo definire chi ti affama rubandoti il cibo?

Dal 1979, l’accordo di pesca tra la UE ed il Senegal ha legalizzato il furto delle risorse della pesca che sfamavano e alimentavano buona parte della popolazione locale.
Da allora, diverse migliaia di famiglie senegalesi devono andare a pescare a migliaia di chilometri delle loro coste.

L’Unione Europea ha appena approvato il rinnovo del protocollo d’accordo con il Senegal, grazie al quale potrà accedere alle acque della nazione africana per altri cinque anni.
Non trascurerei un dettaglio: questa firma coincide col sempre maggiore riempimento sia dell’obitorio chiamato Mediterraneo, sia dei lager denominati CPR.

In virtù del nuovo accordo, 28 navi tonniere, 10 motovedette e 5 pescherecci con palangari di superficie sono autorizzati a pescare fino a 10.000 tonnellate annue di tonno nelle acque senegalesi.
Riforniranno i mercati dei paesi di provenienza, Spagna, Portogallo e Francia.
Essendo “per natura” più bravi e intelligenti, hanno più bisogno di proteine di quanto non ne abbiano i senegalesi.

Per evitare eccessivi settarismi riguardo le specie pescate, lo stesso protocollo stabilisce che altri 2 motopescherecci spagnoli si dedicheranno alla pesca del merluzzo nero.
Legalmente, potranno catturarne fino a 1.750 tonnellate annue.

Il ricatto, pardon il contributo, concesso dalla UE, ammonterà a complessivi 1,7 milioni di euro annui.
Facciamo due conti della serva:

  • ogni chilo di pesce senegalese verrà pagato 0,141 euro;
  • in Italia, dove un caffè al bar costa 1 euro, potrebbero scambiarsi 8 chili di pesce per un caffè, ovviamente non corretto.
  • Quante persone possono mangiare con 12.000 tonnellate di pesce, ossia con 12 milioni di chili tra tonno e merluzzo?
  • Quante possibilità di vita sono stati annullate da questi pochi soldi che, peraltro, non sono certo destinati ad aiutare i pescatori?
  • Quanti nuovi immigrati produrrà il solo rinnovo di questo accordo?

Poiché le “economie sviluppate” si basano sullo sperpero, accadde che i nostri prodi non prenderanno solo tonno e merluzzo.
Già si sa, ad esempio, che in modo “certamente involontario”, prenderanno un sacco di cefalopodi, ossia di totani e di calamari.
Ma i totani ed i calamari non sono inclusi nel protocollo.
Cosa fare per restare nella legalità?

Ci sono due soluzioni possibili.
La prima è che le navi corsare ributtino totani e calamari in mare, probabilmente morti.
La seconda, già proposta dagli spagnoli, è: includete totani e calamari nell’accordo.
D’altronde, già che si sono presi il disturbo di arrivarci fin laggiù, perché i corsari non dovrebbero prendersi tutto?
Legalmente, va da sé. In altre epoche lo faceva Francis Drake.
Allora acquistavano una patente da corsari. Ora quella di armatori.

Dietro il pesce destinato agli europei, c’è la rovina dei pescatori, non solo senegalesi.
Accade anche sulle coste latinoamericane ed asiatiche.
Accade, restando solo nel settore primario, coi fosfati destinati all’agricoltura industriale, dietro ai quali ci sono i saharaui bombardati dall’amicone Hassan II.

Kunt, il marziano sbarcato a Roma secondo Flaiano, direbbe:
Se l’emigrazione di massa è un fenomeno provocato dall’estrema avarizia del capitalismo, non è che per risolverla bisognerà quantomeno regolare la smodata capacità di prevaricazione e rapina dei capitalisti e del sistema?

Rodrigo Andrea Rivas

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