Aspettando Lula da Silva, ricordando Vinicius de Moraes
Vinicius, grande vecchio dell’arte brasiliana, padre della bossa-nova, consigliere dei musicisti, inventore dell’Orfeo Negro .., ha combattuto contro la sua dittatura militare, da lui definita “una volgare dittatura qualsiasi”, e contro l’angoscia della vita umana: “Io muoio ieri, nasco domani, vado ov’è spazio, mio tempo è quando”.
La sua musica conteneva secoli di dolori dei negri e dei bianchi, era desiderio di libertà e simbolo di ribellione. Perché era il più negro dei bianchi d’America, l”autore di rivoluzioni culturali, il maestro panciuto dei lunghi capelli bianchi.
Morì nel 1980 a soli 66 anni senza vedere il ritorno della democrazia dopo vent’anni di dittatura militare.
Chissà che feste avrebbe fatto e che musiche avrebbe inventato.
Per fortuna, Chico, Caetano, Gilberto, Djavan, Maria Bethania, Gal, Milton ed i tanti altri che accompagneranno Lula sul palco della vittoria, sicuramente la inventeranno.
Due suoi amici, Chico Buarque de Hollanda e Toquinho, gli dedicaron questa “Samba pra Vinicius”.
Sergio Bardotti ne tradusse una parte per questa interpretazione di Ornella Vanoni e Toquinho.
Samba pra Vinicius
Poeta mio poeta vagabondo
sei un cattivo esempio
per la gente come noi.
A fare come te si può scoprire,
che vivere non è
cercare dei perché
ma usar la bocca gli occhi e il cuore.
Poeta mio poeta per amore
per gioia per dolore
per antica libertà.
Chissà quando ti somiglierò
ma tutto quel che so
è che succederà
Vinicius grazie, saravà.
Poeta, meu poeta camarada
poeta da pesada,
do pagode e do perdão
perdoa essa canção improvisada
em tua inspiração
de todo o coração,
da moça e do violão, do fundo.
Poeta, poetinha vagabundo
Quem dera todo mundo fosse assim feito você
Que a vida não gosta de esperar
a vida é pra valer,
a vida é pra levar,
Vinícius, velho, saravá.
Poeta, poetinha vagabundo
virado, viramundo,
vira e mexe, paga e vê
Que a vida não gosta de esperar
a vida é pra valer
a vida é pra levar
Vinícius, velho, saravá.