Brasile, Lula avanza e la destra minaccia un golpe.

Brasile, Lula avanza e la destra minaccia un golpe.

In un clima surriscaldato, al vantaggio di Lula nei sondaggi Bolsonaro e i suoi fedelissimi rispondono minacciando l’intervento dei militari e il paese teme un nuovo colpo di Stato

Da mesi in Brasile si susseguono le voci su un possibile colpo di Stato.

Sarà il fine settimana? Sarà ad agosto?

Comunque, sarà prima delle elezioni di ottobre, perché Bolsonaro sa che le perderà. Le inchieste non sono una scienza esatta ma tutte coincidono: se si arriva al secondo turno, Lula vince per 20 punti.

Di quali forze dispone Bolsonaro per fare un colpo di Stato?

Primo: gli imprenditori. Hanno soldi ma non hanno voti. Secondo: i militari, non si sa quanti. Hanno armi. Terzo: gli evangelici che, tuttavia, appaiono divisi tra i due candidati.

Basta?

Di certo, Bolsonaro è impegnato a promuovere il golpe.

Potrà farlo? Gli basta l’appoggio dei militari? Ma questi oseranno senza l’appoggio degli USA?

Si sa che gli USA hanno già detto a Bolsonaro che deve rispettare i risultati elettorali.

La ragione: Biden ha paura di Trump, e Trump ha l’appoggio incondizionato di Bolsonaro.

Non è bello e non è solido, ma questo è il motivo per cui Biden non appoggia Bolsonaro.

Il problema di Bolsonaro è che non ha alternative. Teme che se dovesse abbandonare la presidenza, lui e i suoi figli finirebbero in carcere per un lungo e gravissimo elenco di reati.

Quindi, Bolsonaro continua a far lievitare la posta. Qualche settimana fa ha annunciato che per evitare ogni frode, i militari faranno uno scrutinio parallelo dei voti.

Ha specificato: se registreranno situazioni anomale, i militari potranno sospendere le elezioni.

Ipotesi, ovviamente, assolutamente estranea alle leggi brasiliane.

Come i ricorrenti appelli alla popolazione ad armarsi.

Ad aprile, Bolsonaro ha annullato una condanna definitiva della Corte di Cassazione contro un suo parlamentare condannato per gravi minacce contro il potere giudiziario.

Poco dopo, il Tribunale Superiore Elettorale ha negato la possibilità che i militari realizzino lo scrutinio parallelo.

Combinando le dichiarazioni e denunce di Bolsonaro, i giornali hanno più volte scommesso sulla realizzazione certa del golpe e consigliato alla popolazione di risparmiare quanto possibile per far fronte al periodo di eccezione.

È stato un contributo certo e importante alla creazione del clima utile alla normalizzazione del golpe stesso.

Ufficialmente, la campagna elettorale inizia ad agosto, ma il clima avvelenato ha costretto i progressisti ad anticipare alcuni eventi.

Due fine settimana fa in un grande atto pubblico i progressisti hanno lanciato la pre-candidatura alla presidenza di Lula e del suo vicepresidente, Geraldo Alckmin.

Lula ha letto un discorso di 45 minuti, denunciando la situazione catastrofica del paese, ricordando ciò che i suoi governi hanno già fatto e preannunciando alcune misure future.

L’asse del discorso, e non poteva essere diversamente, è stata la necessità di ri-democratizzazione del paese.

Ha poi annunciato diverse misure contrarie al neoliberismo: una riforma tributaria progressiva che metta a disposizione del governo i capitali necessari per recuperare la crescita economica e implementare le politiche sociali; il recupero delle aziende strategiche e la loro ri-statizzazione; la riforma della legislazione sul lavoro gravemente lesiva dei diritti dei lavoratori; l’annullamento del cosiddetto “tetto di spesa”, ossia della forte limitazione di spesa del governo.

Per quanto sia stato un atto in tono minore, curiosamente sembra avere modificato il clima politico.

Per la stampa, il golpe non è più una certezza, ma solo una possibilità.

Tra la popolazione, la candidatura di Lula ha ricreato la speranza di vittoria e di trasformazione.

Mentre la sinistra si ritrovava a Sao Paolo, Bolsonaro passeggiava in moto coi suoi fedeli nelle campagne di Rio Grande do Sul.

In Brasile si vota il 2 ottobre, tra poco più di 4 mesi.

Come sempre, si può prevedere che l’America Latina andrà laddove andrà il Brasile in tempi relativamente brevi.

Quindi, si può respirare meglio.

Tuttavia, bisognerà arrivare al 2 ottobre.

Per ora, pur se il pericolo immediato sembra scongiurato, il Brasile continua ad oscillare tra 2 opzioni radicalmente diverse: Lula o il golpe.

Rodrigo Andrea Rivas

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *