Meloni, FdI e la richiesta di aiuto per l’Italia: princìpi banditeschi
Secondo Fratelli d’Italia (1/5/2022), l’ONU dovrà erogare un aiuto economico per i Paesi più colpiti economicamente dalla guerra in Ucraina, tra cui l’Italia.
Nelle loro intenzioni, tutti i Paesi dovranno aiutarci.
Forse il loro contributo sarà basso, ma non si può negare la diffusione di un senso di orgogliosa e perfida superiorità tra i banchieri milanesi ed i palazzinari romani quando incasseranno la quota di aiuti provenienti da Haiti o dal Ruanda.
Può anche darsi che a FdI non lo sappiano, ma le pratiche banditesche europee ed statunitensi hanno già garantito loro risarcimenti non scarsi.
Ad esempio, il pagamento per il gas ed il petrolio russo avviene tramite la banca occidentale e, in seguito alle sanzioni economiche imposte contro Mosca, le riserve già accumulate sono state congelate dai governi degli USA e della UE.
La cifra congelata supera i 300 miliardi di dollari.
Naturalmente, ci si augura che i russi – già depredati abbondantemente dagli oligarchi – possano ricuperare tali cifre.
Lo aspettano pure i venezuelani. Ma non sempre accadde.
Poiché tale Minniti, ex comunista, odierno piazzista d’armi italiane sofisticate e già artefice degli accordi con la Libia sui profughi, chiama alle armi sostenendo che “la sinistra non ha mai dissertato” (ma la frase andrebbe attribuita ad M a proposito della Prima guerra mondiale), mi è venuto in mente l’esempio libico.
Il 17 maggio 2011 il governatore della Banca Centrale Libica nominato dalla NATO annunciava a “The Financial Times”: “Abbiamo messo sotto nostro controllo il 96% delle finanze del colonnello Gheddafi. I giorni del regime sono contati. I fondi libici sono stati bloccati dalle banche negli USA, in Gran Bretagna e nell’Europa continentale. Le sanzioni sono state molto effettive”.
Per dettagli sulla rapina si possono consultare molte fonti, ad esempio Patrizio Ricci “La confisca dei fondi sovrani della Libia” VP News, 5 ottobre 2021.
Comunque, le cifre non si discostano troppo di quanto indicava già il 25 agosto 2011 il portale israeliano Debka: la fortuna rapinata alla Libia superava i 1.000 miliardi di dollari, tra riserve in valuta, 155 tonnellate d’oro, 60 miliardi di barili di petrolio della migliore qualità leggera, l.500 milioni di metri cubici di gas e grandi riserve d’acqua (in Libia si trova il maggiore acquifero sotterraneo del pianeta).
Per pura coincidenza, il giorno della caduta di Tripoli tutte le borse registrarono un boom delle azioni dell’italiana ENI, della spagnola Repsol, della francese Total e della britannica BP.
Nella guerra in corso l’aggressore è la Russia, l’aggredito l’Ucraina, la sola via accettabile un accordo di pace ragionato e ragionevole, molto probabilmente sulla falsa riga di quanto aveva proposto Mosca prima di scatenare l’aggressione.
Ma sostenere che i Paesi NATO siano impegnati per motivi ideali, per la democrazia e per la pace, è francamente poco credibile.
Alexander Dumas rese nota in “Les mohicans de Paris” (1864), l’espressione “cherchez la femme” per dire che le donne sono causa diretta o indiretta di molti avvenimenti (o di particolari avvenimenti), anche quando questi apparentemente non hanno nulla a che vedere con esse.
Enzo Jannacci negli Anni ’80 identificava la causa, sempre diretta e sempre celata, di molti comportamenti delittuosi, con l’espressione “quando dicono i principi, intendono i danè”.
Corsi e ricorsi storici del banditismo.