Apartheid vaccinale e vaccini cubani
L’apartheid vaccinale è una violazione massiccia dei diritti umani in atto da anni malgrado sia orma a tutti evidente che non ci sarà sicurezza sanitaria globale mentre il mondo non sia quasi totalmente vaccinato.
Teoricamente, una vita a Mogadiscio vale quanto una a Bruxelles.
Praticamente non si può vaccinare i Paesi poveri perché le grandi farmaceutiche produttrici de vaccini non accettano la cessione dei loro brevetti malgrado abbiano già incassato guadagni fa favola.
Secondo l’Imperial College di Londra, ogni dose del vaccino della Pfizer ha un costo di 1,18 dollari, quello di Moderna di 2,85 dollari.
Secondo il “Journal of the Royal Society of Medicine 2021”, il prezzo medio di vendita del vaccino Pfizer è stato di 25,15 dollari e quello della Moderna di 25,50 dollari (“Light and Lexchin”, vol. 114, pag. 502-504).
Profitti ingiustificabili, considerando oltretutto che il finanziamento della ricerca è stato fondamentalmente pubblico.
“Financial Times”, non proprio un giornale progressista, ha scritto che Bigpharma esige cambiamenti legislativi agli Stati del Sud globale prima di consegnare i loro prodotti.
Per ogni dubbio: ai Paesi che hanno acquistato il prodotto a prezzi di mercato.
Le modifiche imposte da Bigpharma sono “berlusconiane” pur se a dimensioni d’impresa: servono a proteggere le aziende da possibili cause giudiziarie e da eventuali furti tecnologici.
Il Sudafrica ha definito questa pratica “trasferimento illegittimo della sovranità nazionale”.
L’iniziativa Covax (associazione internazionale per distribuire vaccini sottoposte a brevetti), è assolutamente insufficiente.
Nel 2021 l’OMS aveva progettato distribuire 11 miliardi di dosi.
Ne ha distribuito 1,4 miliardi.
I paesi arricchiti hanno già vaccinato con più dosi oltre il 60% della loro popolazione.
Glia africani ne hanno vaccinato con una dose il 6%.
Da ciò si spiega la provenienza delle ultime varianti.
La speranza per i poveri del mondo può essere ancora una volta Cuba.
Secondo Our World in Data, a Cuba è stato vaccinato l’86% della popolazione con tre dosi e ad un altro 7% manca solo la terza dose.
Ciò include i bambini da 2 anni in su.
L’isola è riuscita a produrre i suoi vaccini malgrado il feroce blocco commerciale a cui la sottopone gli Stati Uniti da oltre 60 anni.
Il settore biotecnologico ha sviluppato 5 vaccini diversi contro il covid.
Secondo Cuba, con tre dosi la protezione contro l’infezione supera il 90%.
I cubani sono disposti a condividere i loro vaccini.
Costano poco, possono fabbricarsi in grandi quantità e non richiedono basse temperature per il trasporto e la conservazione (per approfondimenti vedere “Why Cuba’s extraordinary Covid vaccine success could provide the best hope for low-income countries”, CNBC, 13 gennaio 2022, consultabile in https://cnb.cx/33nukPU).