Haiti e le 10 piaghe bibliche
La popolazione haitiana passa da una disgrazia ad un’altra. Limitandoci all’ultimo periodo, governi impresentabili, assassinio del suo presidente Jovenal Moïse per mercenari colombiani e statunitensi, reazione della Natura sotto forma di terremoti e cicloni, indesiderato ritorno dei marines statunitensi.
Sabato 14 agosto 2021, verso le 8.30 del mattino, un forte sisma faceva tremare fortemente la terra un’altra volta.
L’evento naturale è stato reso velocemente “spettacolare” da video e immagini impattanti che hanno fatto il giro del mondo in tempo reale tramite le reti sociali ed internet: palazzi crollati, sopravvissuti uscendo dalle macerie, congiunti di vittime piangendo, morti ricoperti da lenzuola, intere località chiedendo aiuto, ospedali e cliniche privi da qualsiasi capacità di risposta. Uno scenario sconvolgente.
Il terremoto ha avuto una magnitudine di 7,2 gradi sulla scala Richter, superando di 0,2 gradi quello del 2010, ma il suo epicentro si è localizzato in città medie del Sud del Paese, Les Cayes, Jérémie, Nippes, non nella la superaffollata e caotica capitale Port-au-Prince. Comunque, sono morte circa 1.300 persone.
Prima che arrivassero gli aiuti medici e umanitari, gli haitiani ed i medici delle brigate mediche cubane presenti sul territorio hanno curato disastrati e feriti. Naturalmente, questa solidarietà dal basso è stata, è e sarà resa invisibile dai mezzi di comunicazione egemonici, dediti a immortalare ed spettacolarizzare i dispiegamenti dell’assistenza umanitaria dei Paesi europei, del Canada e degli Stati Uniti.
Si ricorderà che questa nuova catastrofe è arrivata nel corso di una delicata transizione politica, diretta da un primo ministro de facto, Ariel Henry, nominato da un presidente altrettanto de facto Jovenel Moïse – pochi giorni prima del suo assassinio – e coronato dal Core Group, l’entità internazionale che dirige il Paese in termini pratici.
Il Core Group è formato da un gruppo di volonterosi: gli ambasciatori della Germania, del Brasile, de Canada, della Spagna, degli Stati Uniti, della Francia e dell’Unione Europea, oltre a rappresentanti speciali dell’Organizzazione degli Stati Americani e delle Nazioni Unite.
Chiacchierando dell’ultimo ciclone e terremoto – agosto 2021 – che, a quanto si sa non hanno avuto conseguenze pratiche nella Repubblica Dominicana malgrado questa occupi due terzi della stessa isola, mi sono venute in mente le “Dieci piaghe d’Egitto”, ossia le punizioni che – afferma la Bibbia – Dio inflisse agli egiziani sia per non avere liberato gli ebrei della schiavitù, sia per rendere possibile che Mose potesse portarli via dal Paese.
Anche il Corano parla di alcuni di questi fatti (Sura 7, versetti 107, 131-136).Le cito attingendo alle mie reminiscenze scolastiche (ravvivate da Wikipedia): 1) Acqua mutata in sangue; 2) Invasione di Rane; 3) Zanzare e Pidocchi; 4) Mosche; 5) Morìa del bestiame; 6) Ulcere su uomini e animali; 7) Pioggia di Fuoco e Grandine: Locuste; 9) Tenebre; 10) Morte dei primogeniti d’Egitto. Si ricorderà che per schiacciare definitivamente l’arroganza del faraone, alla fine del ciclo Dio invio un vento che uccise tutti i primogeniti d’Egitto.
Prima di lanciare quest’ultima Piaga, Dio avvisò Mose ordinando che ogni famiglia ebraica sacrificasse un capretto e spruzzasse col suo sangue gli stipiti delle porte. In questa forma, vedendo il sangue del sacrificio, il vento di morte non avrebbe colpito gli abitanti di quella casa.
Per molteplici ragioni, inclusa la mia scarsa conoscenza in materie teologiche, mi astengo di commentare questa mostra della bontà divina, e mi limito a ricordare che – concluso il ciclo delle 10 piaghe – il faraone permise che Mose portasse il suo popolo alla terra promessa. Torniamo ai nostri più pedestri fatti di attualità. Pochi giorni fa, sbarcando nell’isola il tenente colonnello Cory Murtaugh del Corpo di Marines degli Stati Uniti dichiarò: “Una volta arrivati i 420 marinai ed i circa 200 fanti di marina, lavoreranno insieme per aiutare Haiti: pulizia di macerie e riapertura di strade; ricerca, riscatto ed evacuazione di feriti. A bordo, abbiamo attrezzature chirurgiche che potranno dare assistenza medica” (“Haiti – USA : The warship USS Arlington on its way to Haiti”, “The World News”, 23 agosto 2021).Sarà! Ma, ricordando il terremoto del 2010 – che uccise circa 300 mila persone concentrate, soprattutto nella capitale Port-au-Prince e dintorni – è legittimo se non addirittura ovvio chiedersi quale sia il confine tra l’aiuto in buona fede per far fronte ad un’emergenza umanitaria ed il “capitalismo del disastro” che lucra con i cadaveri e il dolore altrui. Nel dubbio constato che i terremoti passano ma le invasioni rimangono.
Dopo un decennio trascorso a cercare di superare le difficoltà materiali e psicologiche della distruzione ed il cordoglio, gli haitiani e le haitiane devono far fronte ancora una volta ai loro vecchi fantasmi: paura, incertezza, ansie, travagliati stati emotivi e psichici e complessi quadri psicopatologici provocati dal terremoto e dalle sue molteplici repliche da sud a nord del Paese.
I marines statunitensi non hanno bisogno di grandi pretesti o di complicate circonvoluzioni dialettiche per invadere qualche Paese.
In questo caso, hanno usato risorse facili. Lo fanno per “bontà” e “solidarietà” con la tragedia haitiana.
Suona bene, ma non sono credibili. Sono nuovamente entrati in un Paese che hanno invaso in più occasioni e del quale da oltre un secolo controllano – con scarse eccezioni – i governi.
Per decisione di Washington, le truppe potranno restare ad Haiti quattro o più mesi a seconda dei bisogni. L’USS Arlington resterà all’ancora con due elicotteri MH-60 Seahawk, attrezzatura chirurgica e un’imbarcazione di sbarco veloce. Inoltre, gli Stati Uniti sono in procinto di spedire l’USNS Burlington Spearhead Class Expeditionary Fast Transport (T-EPF-10), che servirà da piattaforma per il lancio di droni di controllo aereo e due aerei di pattugliamento marittimo P-8A Poseidon. Aiuto umanitario?
Ma il dubbio principale è: A quale piaga siamo arrivati?