Disavventure statunitensi: l’arsenale dimenticato in Afghanistan
“In Afghanistan, gli USA hanno avuto il tempo necessario per impacchettare i loro averi bellici ma «si sono dimenticati di portarli via”.
E’ una cosa strana, come se qualcuno lasciasse qualcosa alla tua portata perché tu te ne impossessi ma senza dartela direttamente. Comunque, ora i Talebani dispongono di circa 40 aerei di combattimento, di 2.000 veicoli blindati, di droni militari, di super-elicotteri Black Hawks e di migliaia di fucili di ogni tipo e calibro.
Non credendo né alle «dimenticanze» né alla «preoccupazione» manifestata da Biden in ordine al ricupero dei giocattoli persi, russi e cinesi hanno rinforzato i loro confini e concordato esercitazioni militari nella zona. Altrettanto ha deciso l’Iran.
I talebani sanno perché quell’arsenale è rimasto lì. Lo sanno anche i loro vicini” (Earle Herrera, “Django in Afghanistan”, “Correo de Caracas”, 23 agosto 2021).
La spiegazione suggerita, armare i talebani, potrebbe essere quella giusta. Ma penso che la cosiddetta “dimenticanza” possa anche essere sinonimo di “fuga precipitosa”.
Fuga derivata dal disastro combinato dai loro servizi d’informazione, certi di avere ancora un altro mesetto per mettere a posto i pacchi. Tuttavia, la domanda più importante mi sembra un’altra: I talebani possono utilizzare a breve l’arsenale messo tanto gentilmente a loro disposizione?
Sono molto dubbioso riguardo gli aerei ed i super-elicotteri che, da quel poco che ne so, richiedono una formazione – guidata da specialisti e in presenza di simulatori – non inferiore ad un anno.
Ma posso invece immaginarli scorrazzando sui loro oltre 2.000 blindati per le strade di Kabul. Non è tranquillizzante.
Infine, mi chiedo se ciò abbia qualche rapporto con la minaccia rivolta agli USA e ai loro sodali: “Dovete lasciare l’Afghanistan entro fine agosto o le conseguenze saranno molto pesanti”.