Vogliono prenderli per fame – L’atroce sofferenza dei parlamentari guatemaltechi
Da giorni, migliaia di guatemaltechi manifestano in diverse città per chiedere le dimissioni del presidente, il conservatorissimo Alejandro Giammattei, il quale ha invocato la Carta Democrática Interamericana chiedendo l’intervento di truppe multinazionali americane nel conflitto.
A tale scopo, Giammattei si è messo in contatto con l’ineffabile segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), l’uruguaiano Luis Almagro.
Il guaio è che stante la situazione statunitense, ad Almagro le istruzioni non arrivano con fluidità.
Persino il vicepresidente, il conservatore Guillermo Castillo, ha chiesto le dimissioni di Giammattei.
Ci sono diversi feriti, alcuni gravi, e decine di manifestanti in galera.
All’origine della protesta, la nuova Legge finanziaria.
Il budget 2021, quasi 12,8 miliardi di dollari, è aumentato del 25% riguardo quello del 2020.
Ma, quasi tutti i fondi sono destinati ad infrastrutture costruite dal settore privato e solo il 15% a progetti che interessano la popolazione.
Tra altre perle, la Finanziaria non prevede alcun aumento per i settore sanitario pur se, ufficialmente, il Covid-19 ha provocato quasi 120mila contagi ed oltre 4mila morti tra i 17 milioni di guatemaltechi.
Non contempla nemmeno alcun aumento per il settore educativo né per combattere la povertà e la denutrizione infantile.
A Città del Guatemala si rumoreggia che nessuno sia riuscito a tenere più la folla quando questa ha saputo che gli onorevoli si erano aumentato di 65mila dollari il fondo destinato alla loro mensa proprio mentre la tormenta Iota spadroneggiava provocando disastri tra le decine di comunità già colpite dal recente passaggio di Eta, rimaste senza comunicazioni e senza cibo, con 59 morti e un centinaio di scomparsi.
Non credo che ciò giustifichi la barbara violenza della popolazione guatemalteca e mi rattrista la triste situazione degli onorevoli.
La nostra fortuna è che ci siamo risparmiati le scene di violenza.
La RAI, troppo occupata dagli avvenimenti di Hong Kong, non s’è nemmeno accorta.
Nondimeno, l’umanità e l’informazione hanno fatto indubbi progressi.
Basterà ricordare il terribile 1902 nella stessa Guatemala:
Manuel Estrada Cabrera, “il signor Presidente” raccontato da Miguel Angel Asturias, era al potere dal 1898.
a gennaio un terremoto danneggiava il porto di Ocós
a febbraio, uno tsunami frustava la costa del Pacifico orientale
il 18 aprile un’eruzione vulcanica, con relativo terremoto, distruggeva la città di Quetzaltenango.
In particolare, l’eruzione del Quetzaltenango arrivava in un brutto momento, a poche ore dell’inaugurazione delle “Feste di Minerva” che Estrada Cabrera aveva organizzato in pompa magna.
Intervallate dalle detonazioni del vulcano, le “Minervalias” furono comunque realizzate in totale normalità, ignorando la catastrofe in corso nell’occidente del paese.
Secondo l’informazione ufficiale, l’eruzione era avvenuta in Messico.
“El diario de Centroamérica”, organo ufficiale del governo, parlava in un trafiletto di “una tenue pioggia di cenere”, mentre quasi tutte l’edizioni erano dedicate ai magnifici avvenimenti delle feste di Estrada Cabrera.
Il progresso mi sembra evidente.
Ho solo un dubbio atroce: non sarà che alla RAI qualcuno ha detto che nel Guatemala è in corso la seconda edizione delle “Minervalias”?