Un altro 18 luglio
Il 18 luglio 1936 un gruppo di cavernicoli guidati da Francisco Franco dava l’assalto alla repubblica spagnola
La guerra civile sarebbe durata fino al 1939
I fascisti, appoggiati da truppe ed aviazione della Spagna, della Germania e dell’Italia avrebbero vinto contro i civili spagnoli accompagnati da un piccolo gruppo di combattenti internazionalisti pieno di figure diventate mitiche.
Ne seguirono 40 anni di atroce dittatura di cui ancora oggi non si conoscono tutti i crimini.
Ricordo Miguel Hernandez, “ancora una volta vogliono macchiare di sangue la mia terra col sangue operaio”, fucilato perché comunista.
Ricordo Federico Garcia Lorca, “Verde che ti amo, verde”, assassinato perché omosessuale e comunista
Ricordo quel miserabile generale che all’università di Salamanca proclamò “Viva la muerte”.
Ricordo il rettore liberale di Salamanca, Miguel de Unamuno, che circondato da fucili golpisti rispose: “Non fate caso a questo uomo risentito. Viva la vita”
Ricordo Pablo Picasso e il suo “Guernica”, il quadro fatto per rappresentare del bombardamento degli Stukas tedeschi su un’intera popolazione per provare le loro armi e, anche, “per vedere l’effetto che fa”.
Il “cuartel de la montaña”, caserma della montagna, era la sede dei combattenti della brigata internazionalista inquadrata nel quinto reggimento
Pablo Neruda, allora giovane console cileno, scrisse un magnifico libro:: “Con la Spagna nel cuore”: “Se vi chiedete perché oggi non vi parlo di amori…, venite a vedere il sangue nelle strade”.
Neruda riusciva a riunire mondi diversi:
“Ho conosciuto Bolivar una mattina lunga. A Madrid, nella bocca del quinto reggimento. Padre, gli dissi, sei o non sei o chi sei. E guardando verso l’alto della montagna disse, Torno ogni cento anni, quando si sveglia il popolo”.
La lezione internazionalista è rimasta viva nella memoria.
I vecchi repubblicani che ho conosciuto, a Santiago, a Parigi, a Città del Messico, ad Orano …, anche molti anni dopo cantavano: “Dicono che la patria sia, un fucile e una bandiera.
La patria sono i miei fratelli che lavorano la terra”.
W la Spagna repubblicana
Que fantastico este blog, siempre entregando cultura e historia veridica