#Quisquilie
Inventario ridotto
– ci sono campi di concentramento stracolmi di “illegali e “estranei”
– sono stati sequestrati bambini esibiti successivamente in gabbie
– persone in divisa fermano la gente per strada o suonano alle loro porte esigendo l’esibición dei documenti personali (non sono i cretini del campanello a Bologna)
– è in corso la distruzione del sistema giudiziario
– chiunque critica il presidente è un “traditore”
– i media non allineati sono “nemici del popolo”
– la scienza è considerata superflua
– il governo viola in continuazione norme, libertà civili e leggi costituzionali e internazionali (come l’annullamento del diritto d’asilo).
– il presidente definisce “eccellenti persone” i componenti di bande in corteo con svastiche e armi, entrati armati in palazzi legislativi regionali per esigere l’annullamento delle misure per mitigare la pandemia
– Tra queste “eccellenti persone” convocate per protestare contro il governatore democratico – ed ebreo – dell’Illinois, un cartellone esibiva uno slogan noto: “Arbeit macht frei”.
Con oltre 33 milioni di disoccupati e 80mila morti il Trumpo garantisce: “Ho fatto un lavoro meraviglioso”.
Secondo gli epidemiologi, 90% delle morti potevano evitarsi se il governo federale avesse implementato le misure di confinamento due settimane prima.
Nel 1929, il tasso di disoccupazione è arrivato al 15% dopo 2 anni dal crollo della borsa. Questa volta è arrivato allo stesso tasso, 15%, in due mesi.
Malgrado il ruolo importantissimo del più riformista tra i presidenti statunitensi, Franklin Delano Roosevelt, la crisi del ’29 è stata risolta solo con la seconda guerra mondiale.
Il Trumpo, ubriaco di potere e bugie, potrebbe fare qualsiasi cosa in un momento in cui per la prima volta la sua rielezione è messa in discussione (fare di tutto non include un cicchetto di candeggina).
Per Bernie Sanders, Noam Chomsky e molti altri, il Trumpo è il presidente più pericoloso della storia moderna del paese.
«Elwood: “Ehi, che sta succedendo?”
Poliziotto: “Quei figli di puttana hanno vinto il processo e fanno una dimostrazione”.
Elwood: “Quali figli di puttana?”
Poliziotto: “Quegli stronzi del Partito Nazista”.
Elwood: “Hm! I nazisti dell’Illinois. Prrr”
Jake: “Io li odio i nazisti dell’Illinois.”»
Non si trattava solo della geniale fantasia dei “Blues Brothers”.
Nella Chicago degli Anni ’70, il “National Socialist Party of America”, piccola ma rumorosa associazione neonazista, cercava di attirarsi il favore dei razzisti bianchi sfruttando i malumori derivati dall’espansione del ghetto nero del South Side.
E la causa l’avevano effettivamente vinta.
Nel 1977 i nazisti avevano indetto una manifestazione in costume: “camicia café, pantaloni café scuro, stivali neri, una fascia attorno al braccio sinistro raffigurante una svastica”.
La sede del raduno era Skokie, un sobborgo di Chicago abitato da una tra le maggiori comunità di ebrei sopravvissuti all’Olocausto.
I residenti si erano energicamente opposti alla manifestazione e il sindaco di Skokie l’aveva vietata.
A quel punto, i nazisti dell’Illinois ricorrevano in Tribunale, affidando la loro causa ad un avvocato ebreo dell’Unione Americana per i Diritti Civili, Burton Joseph, che aveva difeso i pacifisti arrestati per i disordini alla Convenzione Nazionale Democratica di Chicago del 1968.
In gioco era il “Primo Emendamento”, che garantisce la libertà di parola (“free speech“).
Il municipio di Skokie perdeva la causa sia in primo grado che in appello.
Intentava poi un ricorso alla Corte Suprema che si rifiutava di pronunciarsi, confermando che la decisione adottata dai tribunali era corretta e che negli Stati Uniti il diritto al “free speech” include il “hate speech”.
Soddisfatti, i nazisti dell’Illinois avevano poi spostato la sede della loro manifestazione.
Ed i residenti ebrei di Skokie creavano un museo dell’Olocausto in città.
“E l’Italia giocava alle carte, e parlava di calcio nei bar, e l’Italia rideva e cantava”. (Giorgio Gaber, “La presa del potere”, 1972).
Baratijas
Inventario reducido
– hay campos de concentración repletos de “ilegales y “extraneos”
– se ha secuestrado niños exhibidos sucesivamente en jaulas
– uniformados detienen la gente en la calle o tocan a sus puertas exigiendo la exhibición de los documentos personales (no son los cretinos del timbre en Bologna)
– se está destruyendo el sistema judicial
– quienquiera critique el presidente es un “traidor”
– los mass media no alineados son “enemigos del pueblo”
– la ciencia es considerada superflua
– el gobierno viola en continuación normas, libertades civiles y leyes constitucionales e internacionales (como la anulación del derecho de asilo).
– el presidente llama “excelentes personas” los componentes de bandas de manifestantes que exhiben esvásticas y armas, que entran armados en edificios del poder legislativo regional para exigir la anulación de las medidas destinadas a mitigar la pandemia
– Entre las “excelentes personas” convocadas para protestar contra el gobernador democrático – y hebreo – del Illinois, una pancarta exhibí un slogan conocido: “Arbeit macht frei”.
Con mas de 33 millones de desocupados y 80mil muertos el Trumpo garantiza: “He hecho un trabajo maravilloso”.
Segun los epidemiólogos, el 90% de las muertes podrían haberse evitado si el gobierno federal hubiese implementado las medidas de confinamiento dos semanas antes.
En 1929, la tasa de desocupación llegó al 15% 2 años después de la bancarrota de la Bolsa. Esta vez se llegó a la misma tasa, 15%, en dos meses.
A pesar del rol importantísimo del más reformista entre los presidentes estadunidenses, Franklin Delano Roosevelt, la crisis del ’29 se resolvio sólo con la segunda guerra mundial.
El Trumpo, borracgho de poder y mentiras, podría hacer cualquier cosa en un momento donde, per primera vez, su reelección está puesta en discusión (hacer de todo no incluye un trago de cloro).
Para Bernie Sanders, Noam Chomsky y muchos más, el Trumpo es el presidente más peligroso de la historia moderna del país.
«Elwood: “Ehi, que está sucediendo?”
Policia: “Esos hijos de puta ganaron el proceso y hacen una demostración”.
Elwood: “Cuales hijos de puta?”
Policia: “Esos boludos del Partido Nacista”.
Elwood: “Hm! Los nacistas del Illinois. Prrr”
Jake: “Yo los odio los nacistas del Illinois.”»
No se tratava sólo de la genial fantasía de los “Blues Brothers”.
En la Chicago de los Años ’70, el “National Socialist Party of America”, pequeña pero bulliciosa asociación neonacista, trataba de ganarse el favor de los racistas blancos explotando los malhumores provocados por la expansión del gueto negro del South Side.
Y el pleito efectivamente lo habían ganado.
En 1977 los nacistas habían convocado una manifestación con disfraz: “camiaa café, pantalones café obscuro, botas negras, una franja alrededor del brazo izquierdo con una esvástica”.
La sede del encuentro era Skokie, un arrabal de Chicago habitado por una de las mayores comunidades de hebreos sobrevividos al Holocausto.
Los residentes se habían opuesto energicamente a la manifestación y el alcalde de Skokie la había prohibido.
A ese punto, los nacistas del Illinois recurrían al Tribunal, confiando su causa a Burton Joseph, un abogado hebreo de la Unión Americana para los Derechos Civiles que había defendido los pacifistas arrestados por desordines a la Convención Nacional Democrática de Chicago en 1968.
En juego estaba el “Primer Emendamiento”, que garantiza la libertad de expresión (“free speech“).
El municipio de Skokie perdía la causa tanto en el primer grado de juicio como en la sucesiva apelación.
Intentaba después un recurso ante la Corte Suprema que se negaba a pronunciarse, confirmando que la decisión adoptada por los tribunales era corretta y que en Estados Unidos el derecho al “free speech” incluye dl “hate speech”.
Satisfechos, los nacistas del Illinois habían traslato la sede de su manifestación.
Y los residentes ebreo de Skokie creaban un museo del Holocausto en la ciudad.
“E l’Italia giocava alle carte, e parlava di calcio nei bar, e l’Italia rideva e cantava”. (Giorgio Gaber, “La presa del potere”, 1972).
E in Italia se jugaba al naipe, y se hablaba de fútbol en los bares, y en Italia se reía y cantaba (“La toma del poder”).